14 febbraio 2010: irrompe in città il Cavallo di Ferro, accolto da 40.000 persone festose. Ma chi era che diceva che a Firenze nessuno voleva la Tramvia? E' stato un successo quasi inaspettato, atteso da anni. Finalmente si realizza il primo passo per una diversa e sostenibile mobilità in città per la quale ci siamo battuti a lungo. Non solo in campagna elettorale, ma anche prima, in tempi non sospetti, avevamo parlato di un quartiere e di una città diversa possibile, dove l'allargamento dell'area pedonale del centro storico doveva andare di pari passo con l'allargamento della ZTL, con gli incentivi all'utilizzo della bicicletta e con il rafforzamento del trasporto pubblico. Siamo partiti con la prima linea (T1) ma non dobbiamo fermarci qui. Oltre alle nuove linee T2 e T3 da avviare velocemente, una domanda sopra tutte: perché il cavallo di ferro non può passare dal Duomo? E' chiaro ed evidente che il problema della tramvia al Duomo è un falso problema. Se un problema c'è stato va imputato esclusivamente al costo dei lavori aumentato a dismisura ed al fatto che i lavori sono durati il doppio di quanto era previsto, mettendo in estrema difficoltà grandi parti della città. Ma allora affrontiamo il problema per quello che è. I lavori devono partire presto ed essere realizzati nei tempi previsti. Tutto il resto è solo campagna elettorale. Rilanciamo la tramvia anche per Piazza Duomo pedonalizzata, e godiamoci intanto questo primo passo per una vita più sostenibile in città.
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Caro Riccardo,
RispondiEliminarompere il tabù di Piazza del Duomo "zona rossa" anche per la tramvia è cosa buona e giusta. Ma se di ciò ti va dato merito (non dimenticando, tra gli altri, Barducci), sarebbe davvero cosa altrettanto buona e giusta che, in merito, tu ti mettessi d'accordo con Eros Cruccolini. Naturalmente se questo è un Partito. Ciao e buon lavoro.
Piero Catocci
Ricevo e ti trasmetto: Sono uno dei 200000 cittadini fiorentini che hanno provato la tranvia. Sirio,nome da stella e balzo nel futuro. Venticinque minuti di orologio fra via Alamanni e il capolinea di Scandicci, una bella novita’ in una citta’ che soffre piu’ di altre ,per l’aggressivita’ del traffico privato.Ieri ho deciso di sperimentare questa novita’. E’ stato bello , piu’ che interessante visto che c’era un mondo,fatto di famiglie con bambini,piu’ o meno piccoli,la gran parte curiosi ,ma anche molti “utenti”veri. Mi ha colpito la silenziosita’ di questa serie di vagoni,che stridono un po’ solo sulle curve.Nessun altro rumore di rilievo.Un autobus qualsiasi fa molto piu’ rumore . Attorno a me ,persone soddisfatte . La prova ,un successo! Certo ci sara’ da verificare quanto traffico privato ,sulla tratta Scandicci/Via Alamanni, la tranvia riuscira’ ad assorbire. Non e’ impensabile che saranno dati realmente confortanti e in tempo non lungo.
RispondiEliminaLeggo dai giornali che la “sperimentazione” di questi giorni ha riaperto il dibattito attorno al passaggio da piazza Duomo. Ha fatto bene Barducci a porre il problema.Vedo che il dibattito si sta riaprendo anche nel PD,a cui comincia a stare stretto il decisionismo del sindaco,tutto pro domo sua, e credo sia un bene.Il segretario della Camera del Lavoro,Fuso,ritorna a sostenere la validita’ del passaggio da Piazza Duomo, per evitare che il centro si svuoti di funzioni, che gia’ aveva posto,in un silenzio pressoche’ totale.Anche alcuni sindaci dell’area tornano sul tema. Unica nota stonata,e tutta schiacciata sulle posizioni di Renzi,la dichiarazione,almeno a stare a quanto riportato dai giornali,del nostro consigliere Cruccolini.Si e’ opposto alla proposta Barducci con una sorta di “indietro non si torna”.E’ vero che siamo nell’”era del fare”,e il decisionismo ha un fascino perverso che conquista anche chi non dovrebbe lasciarsi conquistare. C’e’ tuttavia ,un’etica della responsabilita’ che impone a chi amministra la verifica a posteriori dell’efficacia delle decisioni prese e delle conseguenze che da esse scaturiscono. Nei casi in cui si verifichi che si sono complicate le cose e la viabilita’ di una citta’, per il protagonismo di un sindaco,tornare indietro oltre che ragionevole appare anche politicamente intelligente.Se non sbaglio l’intervento di questi mesi, ha indotto molti cittadini a prendere la macchina per ovviare alle attese smisurate degli autobus e a i tracciati talvolta fantascientifici degli stessi.Non mi sembra di aver letto che la soluzione Stazione Leopolda goda di supporter scatenati,ma susciti molte perplessita’ per non dire critiche.Mi chiedo a nome di chi Cruccolini ha espresso la sua posizione. I nostri organismi dirigenti non mi pare si siano riuniti,ne’ mi pare di aver letto una posizione di S e L sulla materia.Cruccolini ha tutto il diritto di dire cio’ che pensa, ma credo avrebbe dovuto emergere il fatto che si tratta di sue valutazioni personali.
Come S e L e’ necessario e doveroso prendere una posizione chiara in merito,e’ una questione scottante.Non vedrei male nemmeno una riunione del coordinamento provinciale che se ne occupi.Penso sia necessario stare dentro il dibattito che si e’ aperto. La citta’ha un asse viario per il quale,evitare il centro vuol dire intasare tutto il resto.
Altri in questo periodo, hanno lavorato molto con presenze ed iniziative (volantinaggi e quant’altro alle fermate degli autobus),penso che dovremmo far conoscere ai cittadini le nostre posizioni una volta che le avremo assunte.Stare nel territorio vuol dire partire anche da qui.Per il momento su questo abbiamo un po’ latitato,lasciando parlare i nostri rappresentanti nelle istituzioni.Penso sia necessario che il partito assuma su di se’ l’onere di mettere nero su bianco una posizione chiara da sottoporre ai cittadini.
Da Maurizio Bertelli:Caro Piero,inoltro a te questo mio modesto contributo ad un dibattito che spero si arricchisca e si approfondisca prima che possano essere prese scelte immediate, come invece penso che alcuni compagni (nel loro pieno diritto) auspicano.
RispondiEliminaIl tema del dibattito è talmente serio e profondo che non è possibile affrontarlo seriamente (almeno secondo il mio punto di vista) se non dopo un approfondito ed attento studio (con esempio meramente esplicativo esaminando i flussi del traffico anche in virtù degli ultimi provvedimenti, ovviamente con carte alla mano, ovvero si dovrà altresì esaminare anche le esperienze delle altre città italiane, ma principalmente europee e, non in ultimo, elaborare una strategia progettuale che possa prevedere anche il mutamento delle "abitudini" di noi cittadin).
Porsi adesso pro o contro il passaggio della tranvia da piazza del Duomo, solo facendo appello al proprio giudizio intuitivo (o al limite sorretto solo da qualche ipotesi non verificata), non credo dia frutti qualificanti e diversi da quelli degli amministratori che la Compagna giustamente contesta.
Io credo che il modo di essere e stare in mezzo alla gente non è quello di seguire un certo flusso di opinione (giusto o sbagliato che sia), ma quello di rendersi responsabili nell'affrontare un argomento partendo da un'attenta analisi dei fenomeni, e con quella andare al confronto con l'intera cittadinanza.
Forse il vero nuovo modo di fare politica è proprio questo: i partiti, tramite le istituzioni o i suoi organismi interni, promuovono dei dibattiti mettendo in mostra risultanze scientifiche delle ricerche effettuate. Solo a conclusione del dibattito che dovrebbe coinvolgere almeno una grande fetta di cittadinanza, e con i suggerimenti da essa ricevuti, si può essere maturi (e oserei dire veramente consapevoli) per portare avanti una proposta. Se ci deve essere fretta (e ci deve essere veramente), è nello stimolare i nostri organismi dirigenti nel creare subito un gruppo di studio che in breve elabori un'informativa da portare alla discussione interna. Chiedere oggi ai compagni di esprimersi (come mi sembra di avere capito dall'intervento della compagna) solo alla luce del proprio pensiero o magari di alcune ipotesi non verificate e solo pensando che il problema dei servizi pubblici e dei loro fruitori sia il nodo di piazza Duomo, credo possa fruttare solo inutili fratture e prese di posizioni non pienamente condivise.
Maurizio Bertelli
Carissimi,
RispondiEliminagrazie per i contributi. Sono d'accordo che le decisioni debbano essere prese su dati tecnicamente e scientificamente oggettivi. Sono altrettanto però convinto che la questione della tramvia sia stata troppo strumentalizzata. Il passaggio da Piazza Duomo è stato un nostro cavallo di battaglia da sempre (non solo di ferro ...), per cui perché farlo "cavalcare" agli altri quando un anno fa bloccavamo piazza Duomo con cartelli pro tramvia e prima ancora avevamo fatto la campagnaa favore del SI nel referendum cittadino? Contiuniamo il dibattito coinvolgendo anche Eros.
Cari tutti,
RispondiEliminafaccio notare che c'è stato un periodo in cui il dibattito: "Tramvia si, Tramvia no" è stato molto partecipato e corredato da elementi tecnici, studi, controstudi, ecc. Non si può quindi sostenere che non ci siano materiali e dati per farsi un'opinione. Magari servono ulteriori approfondimenti, ma questo è nella natura delle grandi scelte.
In secondo luogo, quella della tramvia è una scelta innanzitutto culturale, che deve essere affrontata come una impresa a rischio. Intendo dire, che in questi casi non si può aspettare di avere certezze di successo per lanciarsi in un progetto come quello della trasformazione radicale della viabilità a Firenze.
Sul passaggio della Tramvia al Duomo, il problema è di opportunità politica e di "immagine", non di impatto socio-ambientale. Pertanto, chi si dichiara a favore e chi contrario non lo fa nel merito della questione ma valuta l'impatto della scelta sugli equilibri politici della città. E' n questo senso che, secondo me, va interpretata anche la frettolosa uscita di Cruccolini. Io non la condivido, ma ritengo che dovrebbe essere archiviata tra le opinioni personali che si affidano, a volte con poca prudenza, ai giornalisti.
finalmente si chiude la pancia e si aprono gli occhi. le tante battaglie fatte IN FAVORE della tramvia non partivano/partono da libido ideologica, ma dalla constatazione che le automobili vanno messe fuori dal futuro delle citta'; si perdono quotidianament soldi, tempo a salute a quintali, si rovina la qualita' della vita, si infama ogni altro competitore della strada - il tutto per sentirsi 'liberi' di muoversi autonomamente con l'automobile.
RispondiEliminaSVEGLIA duneu, per davvero.
In tutta Europa il tram proietta la mobilita' e la vivibilita' nel futuro delle citta'. Senza contare che al Duomo la tramvia ci passava gia' negli anni '60 (vedere foto archivio alinari sul web) e dunque basta bubbare e iniziamo a navigare sanamente per la citta'.
michele